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Cento morti ammazzati l'anno, decine di arresti eccellenti, i colossi dell'edilizia in frantumi, l'incubo della disoccupazione per migliaia di operai, il centro storico catanese invivibile la sera, strade provinciali impercorribili, scuole senza luce e senza arredi, il megacentro Le Ciminiere chiuso e vandalizzato, gli enti locali paralizzati da una partitocrazia agonizzante. Era questo il capoluogo etneo, col suo entroterra, agli inizi degli anni Novanta. È bastato un decennio per capovolgere tale immagine di devastante degrado e trasformarla in modello vincente nell'immaginario collettivo. Due uomini, Enzo Bianco e Nello Musumeci, così diversi e così simili, in competizione tra di loro, alla guida del Comune e della Provincia. Per dare vita alla "Primavera di Catania".